Foto Versiliatoday
CAMAIORE. “Non vogliamo rinvii ma certezze: con l’aumento costante della criminalità locale, siamo profondamente preoccupati, nell’ eventualità della chiusura del tribunale di Viareggio. Come si può pensare di chiudere un Tribunale così importante e strategico per il nostro territorio? Molte sono le perplessità che non giustificano la chiusura.” Lo scrive Fabrizio Pellegrini, esponente camaiorese di W l’Italia.

“Il primo aspetto che intendo sollevare è determinato dall’elevato numero di pratiche trattate e di cause che vengono gestite dal Tribunale di Viareggio: risulta il foro di competenza territoriale tra i più proficui d’Italia. Occorre inoltre considerare la logistica e la posizione strategica delle sedi, in quanto Viareggio raccoglie tutti i comuni della Versilia. Quindi, un cittadino residente in uno dei Comuni della Versilia dovrebbe spostarsi ad Lucca per avere le dovute risposte dallo Stato, andando con il proprio mezzo, o con la propria autovettura, con maggiorazione dei costi e disagio personale.

“Sono in corso alcuni processi molto delicati che riguardano fenomeni di criminalità organizzata, e micro criminalità, In questo contesto si paventa l’eliminazione di presidi a difesa della giustizia e della legalità. Quindi, non si comprendono le scelte del legislatore quando pensa di razionalizzare la spesa solo con la calcolatrice e non si usa il buon senso e la lungimiranza.

“Credo che le istituzioni locali, e quindi i sindaci, con la compartecipazione di tutte le realtà sociali, economiche e professionali dovranno promuovere un incontro dove poter definire azioni comuni di intervento, per la tutela dei diritti dei cittadini e del bene comune.

“Insieme alle dinamiche che riguardano la tutela della giustizia e del Tribunale di Viareggio, bisogna cominciare a parlare di problemi anche economici e strutturali presenti nel nostro territorio Versiliese.

“La situazione è già delicata nell’ambito della sanità: tutti i giorni si parla di ridurre ulteriormente posti letto, di carenza di prospettive per l’occupazione, di carenza di fondi strutturali per le zone disagiate. A tali problematiche si aggiunge il tentativo di chiusura di presidi importanti come le caserme dei Carabinieri.

“Dobbiamo alzare la voce in modo unitario, al di là degli schieramenti politici o colori di appartenenza, con proposte concrete per la rinascita economica, sociale e culturale.”

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